Alcune delle tecnologie digitali che usiamo non sono nient'altro che la trasposizione di altre equivalenti esistenti nel mondo analogico. Ad esempio una e-mail non è molto diversa concettualmente da una lettera di carta. Lo stesso può dirsi per una fotocamera digitale: alla fine funziona esattamente con il principio di una vecchia analogica tranne per la pellicola che è stata sostituita da un sensore. In questi casi quello che fa la differenza è la dematerializzazione che consente velocità e quantità prima impossibili: provate a pensare a quante lettere avevate mandato prima di avere una e-mail e quante foto avete scattato con la vostra vecchia macchina fotografica a pellicola... e ora?
La premessa era solo per sottolineare come, a volte, le novità introducano invece concetti nuovi: è il caso della fotografia con sensori light-field che, pur esistendo da un po' di anni, entrerà nei prossimi mesi in un prodotto commerciale ad un prezzo "abbordabile" (anche se altino). Che cos'è? Un sensore che misura il campo luminoso, cioè la quantità e il colore della luce che arriva in un punto anche in funzione della direzione da cui arriva. E cosa cambia in pratica? Che non sarà più necessario mettere a fuoco una fotografia perché è come se registrasse tutte le possibili messe a fuoco e si potrà scegliere successivamente quale usare. Il risultato è che hanno prodotto un oggetto (possiamo chiamarlo ancora "macchina fotografica?) che ha un solo pulsante per scattare la foto, un cursore per lo zoom e nessun'altra regolazione. I tempi di scatto sono brevissimi, grazie all'assenza della messa a fuoco e poi, grazie ad un software apposito (purtroppo solo su Mac per ora!) si può scegliere la messa a fuoco migliore ed eventualmente trasformarla in una foto "normale" oppure anche mantenerla così e lasciar scegliere a chi la guarda.
Purtroppo la forma non sembra molto comoda... ma potrebbe anche essere solo questione di abitudine: io penso che nei prossimi anni tutte le macchine fotografiche adotteranno questa tecnologia.
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